Sono 40. Non sono pochi

Sono 40. Non sono pochi - www.matteotuveri.it

Oggi sono 40 e di me non so che dire. Solo che pensavo non ci sarei nemmeno a arrivato. Sono sempre stato un tipo chiuso e tormentato, mi aspettavo di morire a 27 anni in circostanze drammatiche o per una minchiata (che ne so, un’intolleranza alla piadina dopo una vacanza a Rimini).

E non so se questi 40 sono saggi, soddisfatti o meno, in forma o meno: so solo che mi sento un po’ uguale e un po’ diverso. Certo, rispetto ai 19 anni mi stanco prima (delle situazioni e delle persone. Specialmente i casi umani) e mi fido di meno (ma allo stesso tempo individuo prima le persone daffidabili o gli individui affetti da patologie psicologiche particolari).

Odio con la stessa tenacia con cui amo, ho scoperto invece l’indifferenza che penso sia la più alta forma d’amore per se stessi (il proprio fegato). Ho gusti precisi, magari non sempre impeccabili. Ho imparato anche a rispondere alle domande sempre il giorno dopo (se qualcuno vuole una risposta subito, a meno che non sia un chirurgo in sala operatoria, non è persona affidabile), a fumare la sigaretta elettronica e ad apprezzare una serata davanti alla TV senza capire cosa sto guardando.

Ho capito che posso fare colazione in qualsiasi parte del mondo e sentirmi comunque a casa.

Sono 40, non sono pochi.