L’uovo di Pasqua dal Nawrūz ai giorni nostri.

Simbolo della Pasqua insieme al coniglio, la cui origine è da rintracciarsi nell’Europa Occidentale con il nome di Osterhase o Easter Banny, l’uovo di cioccolato invade le vetrine di negozi e pasticcerie e raggiunge i salotti delle case rallegrando la festa di grandi e piccini.

Cioccolato al latte, fondente o pralinato, decorato con fiori di zucchero o “ripieno” di sorprese, l’uovo pasquale, economico o caro che sia, è senza dubbio il business evergreen della primavera.

 

Antiche origini

L’usanza di regalare uova durante il periodo di passaggio dall’inverno alla primavera, nasce in Persia. Ancora oggi in Iran, e in tutte le comunità iraniche, e non solo, del mondo, tale passaggio è festeggiato con il nome di Nawrūz (da Nava, nuovo, e rəzaŋh, giorno). La festa preislamica, di origine zoroastriana, prevede la preparazione di una tavola imbandita con i simboli del rinnovamento in cui l’uovo, insieme ad altri sette elementi simbolici che compongono il colorato rito dell’Haft Sîn, ha senza dubbio il ruolo del protagonista.

Dal Medioevo le uova dipinte

Durante il lungo Medioevo, la simbologia della rinascita, propria della primavera e del lento ma graduale allungamento delle giornate, si allaccia alla simbologia cristianadiventandone sinonimo. Da un uovo, apparentemente inanimato, nasce la vita, così come da un sepolcro, usato per seppellire i morti, Gesù manifestò la propria essenza divina con la resurrezione.

Per onorare la simbologia, le persone iniziano a decorare le uova facendole bollire con erbe colorate, mentre qualcuno inizia a pensare di decorarle con colori e pennelli o di fabbricarne di artificiali per rivestirle con oro, argento o materiali differenti. Edoardo I d’Inghilterra ne commissionò circa cinquecento, mentre nel 1800 lo Czar ne ordinò l’esecuzione all’orafo Fabergé. Da quel momento farle di cioccolato è diventata la piacevole usanza che tutti conosciamo.

 

Dalla tradizione greco ortodossa alla Sardegna

Dalla tradizione balcanica e greco ortodossa, che prevede la benedizione delle uova il giorno di Pasqua e il dono e la loro consumazione durante il pranzo, fino alla Germania o alla Francia, che vedono i bambini impegnati nella ricerca delle uova pasquali nascoste negli angoli più impensabili del giardino o della casa, l’uovo rimane al centro delle tradizioni di molti popoli legate alla rinascita.

In Sardegna se ne può contemplare la presenza al centro del pane della festa, Su Coccoi. Ricamato come pizzo, ricco di bordi e dentelli, il pane di semola si avvolge come una corona attorno all’uovo sodo.