La gatta sul tetto che sogna. Micettaminù fra stoffe, riciclo e cultura.

La vita di Giulia Marini è professionalmente ricca e movimentata, difficile definirla in qualche modo: docente di letteratura e materie umanistiche, attrice, allieva di Rino Sudano, uno degli indimenticabili maestri del teatro italiano contemporaneo, poetessa,giornalista e artigiana.
Di sicuro animatrice del territorio, giovane monserratina per la quale il verbo “fare” è quello a lei più adatto, mentre “vincente” gli si addice più di qualsiasi altra connotazione.

Da sei anni la sua fantasia e manualità si applicano al design, alle stoffe e ai materiali di riciclo, tutto questo ha preso la dimensione del piccolo laboratorio di Micettaminù, in cui nascono borse colorate, accessori, anelli, bracciali e spille dal sapore ludico capaci di ispirare Iris Apfel.

Spiritosa la sua linea dedicata ai pom-pom di lana, spesso capaci di ornare cappotti, collane e sfiziose pochette, o i suoi accessori ottenuti con piccole matite colorate. Il brand Micettaminù è ispirato a una gatta tutta nera che sogna continuamente.

Come ha iniziato a pensare che il pom-pom, le matite o le stoffe giapponesi potessero diventare arte e artigianato?
Ho sempre creato sin da piccola. I pomeriggi invernali erano il momento migliore per ritagliare immagini coloratissime da incollare. L’idea di riprendere i pom-pom è rispuntata nella mia mente circa cinque anni fa perché ci sono tanti personaggi di fiabe e cartoni che adoro. Di pari passo, è nata la voglia di trovare delle stoffe particolari con piccoli disegni per poter realizzare portamonete e piccoli accessori di cucito.

Potremmo definire i suoi accessori e le sue creazioni come a “chilometro zero”. Ci può parlare delle tecniche che usa?
Si perché oltre ad andare alla ricerca di stoffe giapponesi, utilizzo anche vecchi scampoli che restano molto spesso dimenticati nei cassetti, e piccoli gomitoli di lana che avanzano dalla lavorazione a maglia o uncinetto. Eseguo il cucito sia a mano, sia con la tradizionale macchina da cucire. Per quanto riguarda i pom-pom utilizzo non solo la classica tecnica del cartoncino rigido, ma anche supporti di plastica rigida.

La troviamo spesso alle fiere mercato. Le sue esperienze più entusiasmanti e i progetti per il futuro?
Partecipo sempre al Creative Corner Market, che periodicamente ha luogo all’Exart di Piazza Dettori a Cagliari. Ho anche avuto l’opportunità di fare due Temporary Shop in due negozi che amo moltissimo: Love Retrò, in Via Sulis, e La Bottega delle Meraviglienel suggestivo quartiere di Castello. Altra esperienza entusiasmante è stata la partecipazione al Mercatino Giapponese al BlackOut di Roma, perché mi sono confrontata con tanti creativi a livello nazionale. Sono in trattative con alcune boutique aParigi e Londra, spero di concludere presto.

Rimanete sintonizzati perché ne vedremo delle belle.