Dal berlusconismo al montismo? Alcune domande sul governo Monti.

Tira in Italia una brutta aria, l’aria di chi, annusando la fine del seduttore di folle caduto in disgrazia, si illude che senza di lui tutto si risolverà come per magia. Magia che di fatto non si è verificata, dato che le ultime notizie ci dicono di Borsa e Btp comunque ai minimi storici (Angela Merkel parla, non a torto, di una situazione che ricorda da vicino il periodo post bellico) e di un’Europa che richiede, a chiunque sia al governo, misure aggiuntive.

Con buona pace di chi, forse preso da un sano (o malsano) entusiasmo di fronda, al quale in diciotto anni il Cavaliere Uscente sembra aver contribuito, festeggiava con spumante e monetine (ma, vista la crisi, diremmo di conservarle per comprare il pane), la pseudo scomparsa del “Silvio nazionale” non pare essere servita a molto, visto che banche e istituti di credito non sembrano volere entusiasmo popolare, ma soldi.

Tralasciando la situazione di Berlusconi, sul cui declino staremmo attenti a dare giudizi affrettati, sarebbe utile proporre un parallelo Grecia-Italia e sarebbe altresì utile parlare del perché un Paese dovrebbe dare credito, a scatola chiusa, a un personaggio come Mario Monti, per i più, diciamolo, oscuro (nel senso di non conosciuto) e particolarmente familiare al sistema delle grandi banche, al gruppo Bilderberg e alla Trilateral Commission. (Leggi tutto)